Il brand naming, ovvero la scelta del nome per la propria attività, è uno degli ostacoli con cui ci scontra prima di aprire un’azienda e sebbene questa pratica venga spesso sottovalutata, rappresenta un punto cruciale e delicato nella costituzione di un’attività commerciale.
Il nome dato ad un’azienda, e di conseguenza l’aspetto visivo, il logo ed il payoff, sono il primo approccio con i consumatori perché permettono loro di identificare il brand e rappresentano per l’azienda un tratto distintivo con cui emergere e soprattutto distinguersi dalla concorrenza.
Si capisce come, quindi, la scelta del nome del brand e del logo, coerenti fra loro, sia importante per creare un’identità del brand forte ed unica.
Per questo oggi vedremo alcuni consigli per un brand naming efficace, anche per le aziende che sono già sul mercato e vogliono cambiar nome alla propria attività (rebranding), prendendo spunto da brand famosi. Inoltre vi daremo anche qualche suggerimento per la scelta del dominio a cui associare il sito aziendale.
Abbiamo accennato al fatto che il nome dell’azienda e il logo debbano essere coerenti fra loro ed aggiungiamo che devono essere in linea con gli obiettivi e la mission del brand perché questi valori vengono trasmessi proprio dal naming e dall’aspetto visivo.
Pertanto il primo consiglio che ti diamo è:
Indice dei contenuti
- AFFIDATI AI PROFESSIONISTI DEL BRAND NAMING (IL FAI-DA-TE E’ IL MALE)
- LE CARATTERISTICHE DI UN BUON NOME AZIENDALE
- 1. “FEDEX”: QUANDO LA SEMPLICITA’ RENDE MEMORABILE IL BRAND
- 2. “COCA-COLA”: UN NOME DURATURO IGNORANDO LE MODE DEL MOMENTO
- 3. “HP”: REBRANDING DEL LOGO PER MANTENERSI AL PASSO COI TEMPI
- 4. “APPLE”: LOGO E NOME NEI GIUSTI RAPPORTI
- 5. “NIKE”, “MTV” E “COCA-COLA”: COME OVVIARE AL PROBLEMA DELLE DIVERSE SCALE DI RIPRODUZIONE
- 6. “GOOGLE”: QUANDO IL RENAMING E’ NECESSARIO
- E ORA CONSIGLI FINALI PER CREARE IL DOMINIO DEL SITO
AFFIDATI AI PROFESSIONISTI DEL BRAND NAMING (IL FAI-DA-TE E’ IL MALE)
La scelta del nome aziendale richiede accortezza, competenza e considerazione di diversi fattori, che quasi sempre un’intuizione del fondatore o il caso non pondera. Nella spiegazione di brand naming come interfaccia fra cliente e azienda abbiamo evidenziato l’importanza della scelta del nome e del relativo logo proprio perché rappresentano il primo punto di contatto fra brand e consumatore e questo chiarisce il motivo per cui è preferibile rivolgersi a professionisti della comunicazione in questa delicata fase. Un copywriter esperto saprà trovare per voi un naming accattivante e a prova di bomba.
LE CARATTERISTICHE DI UN BUON NOME AZIENDALE
Sostanzialmente il brand naming e di conseguenza la visual identity devono avere 6 caratteristiche che incidono sulla loro scelta:
- adattabilità
- memorizzabilità
- piacevolezza
- significatività
- proteggibilità
- trasferibilità.
Ma andiamo con ordine, analizzando le diverse caratteristiche appena elencate ed associandole a note marche per una maggiore comprensione.
1. “FEDEX”: QUANDO LA SEMPLICITA’ RENDE MEMORABILE IL BRAND
Si potrebbe pensare che un nome originale e creativo sia più memorabile rispetto ad un nome semplice; moltissime volte, invece, è proprio il contrario. Bisogna puntare su nomi brevi, facili da pronunciare e veloci da scrivere, in modo da evitare errori di battitura o trascrizione e di generare confusione nei clienti.
Dall’altra parte non bisogna eccedere di brevità abusando degli acronimi, che di solito sono utilizzati da aziende finanziarie ed informatiche e che tendono a trasmettere un’idea di azienda impersonale, distaccata e fredda.
La semplicità e il minimalismo vanno a braccetto con la riconoscibilità, la facilità di memorizzazione e la versatilità; questo concetto vale anche per il logo.
Ad esempio FedEx, inizialmente “Federal Express”, ha deciso di contrarre il proprio nome e di semplificare la propria immagine proprio per rimanere più impresso nella mente delle persone. Questa operazione, infatti, è particolarmente riuscita perché il nuovo nome e logo hanno trasmesso l’idea di maggiore tempestività e rapidità della consegna.
2. “COCA-COLA”: UN NOME DURATURO IGNORANDO LE MODE DEL MOMENTO
Bisogna considerare che gli acquirenti impareranno a conoscere il brand e riconoscere i suoi prodotti con quel nome, il quale dovrà anche richiamare un valore coerente con la mission aziendale. Nel momento della scelta del nome, quindi, bisogna comprendere anche questi importanti elementi.
Anche il logo segue la stessa logica, pertanto consigliamo per entrambi gli aspetti aziendali di non seguire l’ultima tendenza ma di optare per un nome e un logo che conservino gli stessi valori anche fra decenni. Ad esempio “Coca-Cola” (“The Coca-Cola Company”), nonostante alcune variazioni grafiche del logo, rimane sempre riconoscibile negli anni.
3. “HP”: REBRANDING DEL LOGO PER MANTENERSI AL PASSO COI TEMPI
Abbiamo già parlato di rebranding in due nostri articoli precedenti: EVOLUZIONE O RIVOLUZIONE DELL’IMMAGINE AZIENDALE? COME COMUNICARE LA NUOVA BRAND IDENTITY e
7 CASE STUDIES DI REBRANDING DA CUI TRARRE SPUNTO
Qui vogliamo solo puntualizzare che il logo, essendo spesso imprescindibile dal nome, quando si evolve per seguire le nuove tendenze o per comunicare valori diversi o un’immagine migliore del brand, deve conservare la riconoscibilità del brand naming senza stravolgere l’identità aziendale. Facciamo un esempio pratico: l’azienda “HP” (“Hewlett-Packard”) si è adeguata alla tendenza minimalista ed essenziale di questi anni e dei futuri, preservando il senso originario ed il concetto che voleva esprimere quando è stato creato. Vedremo in futuro se manterrà tali obiettivi.
4. “APPLE”: LOGO E NOME NEI GIUSTI RAPPORTI
Apple punta a colpire la memoria visiva con un logo che richiama il nome; infatti l’elemento grafico della mela crea un connubio armonico con il nome Apple, appunto mela in inglese.
L’importante è definire il giusto rapporto visivo e la corretta proporzione fra testo e logo, per non rischiare che allargando il simbolo il testo diventi illeggibile o viceversa.
Ricordati infine che il logo verrà stampato su supporti di dimensioni diverse, dai biglietti da visita ai bloc-notes e visualizzato online tramite differenti devices (desktop e mobile).
5. “NIKE”, “MTV” E “COCA-COLA”: COME OVVIARE AL PROBLEMA DELLE DIVERSE SCALE DI RIPRODUZIONE
Ricollegandoci al punto precedente, per risolvere il problema della variazione delle dimensioni del logo, suggeriamo una soluzione in stile Nike, che ha utilizzato un pittogramma sempre e comunque visibile in qualsiasi scala oppure prendere spunto da Coca-Cola e Mtv (canale tv), il cui logo è il nome stesso senza altri elementi grafici aggiuntivi.
6. “GOOGLE”: QUANDO IL RENAMING E’ NECESSARIO
Il rebranding (renaming) può essere uno dei modi per risollevare la propria azienda, che è andata incontro ad insuccessi, come spesso capita soprattutto nelle fasi iniziali anche ai migliori, come Google.
Inizialmente Google si chiamava Backrub, ma nel 1998 l’azienda ha deciso di cambiare il nome appunto in Google; probabilmente senza quelle “o” distintive che moltiplicandosi nei risultati di ricerca esprimono l’elevata quantità di informazioni che si possono trovare, oggi Google non sarebbe diventato il principale motore di ricerca nel mondo.
Un elemento aggiuntivo a favore del nuovo nome è dato dai Doodle, le immagini che si intrecciano con la scritta Google sulla home in occasione di eventi particolari (l’ultimo per festeggiare il primo giorno di primavera che riproponiamo di seguito), prima impossibili da realizzare con il nome così poco “malleabile”.
Per vedere l’animazione completa clicca qui.
E ORA CONSIGLI FINALI PER CREARE IL DOMINIO DEL SITO
Prima di iniziare: non innamorarti definitivamente di un naming senza aver prima verificato che sia libero su siti specifici, ad esempio controlla sul seguente sito
Una volta individuato il brand naming perfetto per la nostra attività non ci rimane che spostarci sul web, scegliendo anche un efficace dominio (ovvero l’indirizzo del sito composto ad esempio da nomeazienda.it/.com/.net etc.). Chiaramente la prima parte del dominio, sarà il nome dell’azienda, in modo che il sito sia subito riconducibile al brand. La seconda parte del dominio dopo il punto, chiamata estensione, può richiamare il paese come .it per l’Italia .us per gli Stati Uniti o .fr per la Francia, .org per le organizzazioni oppure il più gettonato .com. Quest’ultima estensione è la più versatile, affidabile e riconoscibile nel mondo e per questo la più utilizzata dalle attività commerciali.
Ci sono alcuni accorgimenti che si possono attuare nel caso in cui il dominio scelto non sia disponibile o per affinare la ricerca del sito:
UTILIZZARE DEI MODIFICATORI PER DIVERSIFICARE IL NOME
Per modificatori intendiamo maiuscole o articoli che possono essere utilizzati nel caso in cui il dominio scelto non sia disponibile;
INSERIRE DOPO IL BRAND NAMING LA SUA POSIZIONE
Può essere una valida alternativa ai modificatori per quelle aziende che lavorano in ambito locale in quanto aggiungendo la zona geografica dopo il nome dell’azienda si può rendere il sito più rilevante nella ricerca locale. Eventualmente si possono inserire gli acronimi della città, anziché il nome intero;
AGGIUNGERE AL BRAND NAMING UNA MINI-DESCRIZIONE
Se non ci aggradano le prime due soluzioni si può optare per aggiungere al nome dell’azienda l’attività che svolge descritta in poche parole. Per fare un esempio noi siamo un’azienda che si occupa di creazione e manutenzione di siti web e di strategie di digital marketing, quindi potremmo aggiungere al nome “Net-expert” la relativa descrizione “webagency”. In questo modo rendiamo più semplice alle persone trovarci in base alle loro necessità.
